Fondamenti tecnici

Informazioni utili per il produttore e il gestore

La protezione antideflagrante si inquadra nell'ambito della tecnologia di sicurezza e si prefigge di prevenire i danni a persone fisiche e beni materiali. Esistono anche diverse misure tecniche e organizzative, per prevenire le atmosfere esplosive, impedirene l'innesco o limitare gli effetti delle esplosioni.

In Europa, la Direttiva 2014/34/EU definisce i requisiti qualitativi vincolanti e omogenei concernenti la protezione antideflagrante per apparecchi e componenti. Pertanto i produttori sono tenuti a sviluppare e costruire apparecchi per la protezione antideflagrante, in modo tale che, anche tenendo conto di eventuali errori umani nell'utilizzo, essi non possano rappresentare una sorgente di innesco.

Per informazioni approfondite sui fondamenti tecnici è possibile consultare le seguenti pagine correlate oppure la nostra brochure "Fondamenti della protezione antideflagrante".

Classificazione in zone: base per la valutazione dei rischi

Le aree esposte al rischio di esplosione vengono suddivise in zone, per facilitare la scelta degli apparecchi adeguati allo scopo, così come la progettazione di installazione elettriche idonee. La classificazione in zone rispecchia la probabilità che si generi un'atmosfera esplosiva.

Nella suddivisione in aree esposte a rischio di esplosione, così come nella determinazione delle misure protettive necessarie, occorre prendere in considerazione il massimo potenziale di rischio corrispondente. Se l'azienda non dispone internamente di una persona in grado di valutare i rischi e di stabilire le misure adeguate, è necessario rivolgersi a un ente competente.

Ex Basi tecniche Protezione antideflagrante R. STAHL

Classificazione delle zone in relazione alla presenza di gas

Zona 0* designa un'area in cui è presente frequentemente o per lunghi periodi di tempo un'atmosfera esplosiva pericolosa in forma di miscela di aria e gas combustibili, vapori o nebbie.

Zona 1* designa un'area in cui, durante la normale operatività, si può generare occasionalmente un'atmosfera esplosiva pericolosa in forma di miscela di aria e gas combustibili, vapori o nebbie.

Zona 2* designa un'area in cui, durante la normale operatività, generalmente non si genera una miscela esplosiva pericolosa in forma di aria e gas combustibili, vapori e nebbie oppure, qualora tale atmosfera si generi, che permanga solo per un breve periodo di tempo.

Classificazione delle zone in relazione alla presenza di polveri

Zona 20* designa un'area in cui è presente frequentemente o per un lungo periodo di tempo un'atmosfera esplosiva pericolosa in forma di una nuvola costituita dalla polvere combustibile presente nell'aria.

Zona 21* designa un'area in cui, durante la normale operatività, si può formare occasionalmente un'atmosfera esplosiva pericolosa in forma di una nuvola costituita dalla polvere combustibile presente nell'aria.

Zona 22* designa un'area in cui, durante la normale operatività, generalmente non si genera un'atmosfera esplosiva pericolosa in forma di una nuvola costituita dalla polvere combustibile presente nell'aria, oppure, qualora tale atmosfera si generi, che permanga solo per un breve periodo di tempo. 

* Definizioni derivanti dalla Direttiva in materia di sostanze pericolose

Informazioni approfondite sono reperibili nella nostra brochure "Fondamenti della protezione antideflagrante".

Categorie di apparecchi e livello di protezione EPL: introduzione

I requisiti di sicurezza imposti agli apparecchi utilizzati variano a seconda della probabilità di insorgenza di un'atmosfera esplosiva. Il livello di sicurezza degli apparecchi è stabilito in funzione del potenziale di rischio nelle diverse zone.

In Europa, gli apparecchi dotati di protezione antideflagrante vengono classificati in conformità a quanto specificato nella norma 2014/34/EU (ATEX). A livello internazionale, lo standard IEC 60079-0 determina il livello di protezione EPL (Equipment Protection Level). I componenti elettrici devono essere adeguati con misure di protezione antideflagrante di differenti livelli (gradi di protezione) a seconda della categoria di apparecchi o del livello di protezione EPL a cui appartengono.

Categorie di apparecchi

Per gli apparecchi destinati ad aree esposte a rischio di esplosione (ad eccezione delle miniere a rischio di presenza di grisù) si differenzia tra categoria 1 (altissimo grado di sicurezza), categoria 2 (alto grado di sicurezza) e categoria 3 (livello di protezione avanzato).

La lettera aggiuntiva "G" o "D" fa riferimento all'utilizzo dell'apparecchio in aree a rischio di esplosione di gas (G = gas) oppure in aree a rischio di esplosione di polveri (D = dust).

Negli apparecchi destinati all'utilizzo in miniere a rischio di presenza di grisù si differenzia tra la categoria M1 (altissimo grado di sicurezza) e M2 (alto grado di sicurezza).

Livello di protezione degli apparecchi EPL

Ai sensi dello standard IEC 60079-0, gli apparecchi per le aree esposte a rischio di esplosione vengono classificati in tre livelli di protezione: EPL Ga o Da (altissimo livello di protezione), EPL Gb o Db (alto livello di protezione) ed EPL Gc o Dc (livello di protezione avanzato).

Per gli apparecchi destinati all'uso in miniere a rischio di presenza di grisù sono stabiliti due livelli di protezione: EPL Ma (altissimo livello di protezione) ed EPL Mb (alto livello di protezione).

Anche in questo caso, la lettera aggiuntiva "G" o "D" fa riferimento all'utilizzo dell'apparecchio in aree a rischio di esplosione di gas (G = gas) o in aree con presenza di polveri combustibili (D = dust).

La tabella mostra l'area di applicazione dei componenti elettrici di una determinata categoria e/o di un determinato livello di protezione EPL nella corrispondente zona dell'area esposta a rischio di esplosione.

Potete inoltre scaricare la nostra brochure "Fondamenti della protezione antideflagrante".

Classificazione in zone e assegnazione degli apparecchi

 ZonaDurata della presenza di atmosfere esplosiveCategoria di apparecchiLivello di protezione degli apparecchi EPL

Gas, vapori, nebbia
 
0costante, permanente1GGa
1occasionale2GGb
2rara3GGc


Polveri

 
20costante, permanente1DDa
21occasionale2DDb
22rara3DDc

Gruppi di apparecchi: classificare e scegliere correttamente

I gas, i vapori e le polveri vengono suddivisi in gruppi in base alle loro caratteristiche. Per semplificarne la scelta corretta, gli apparecchi vengono assegnati ai rispettivi gruppi di sostanze. In questo modo i gruppi di apparecchi descrivono il livello della protezione e la gamma di applicazione.

Suddivisione in base alla Direttiva 2014/34/EU (ATEX)

Il gruppo I comprende gli apparecchi destinati all'utilizzo in opere minerarie in sotterraneo e ai relativi impianti a cielo aperto che potrebbero essere messi a rischio dalla presenza di grisù e/o di polveri combustibili. Questo gruppo di apparecchi viene ulteriormente suddiviso nelle categorie M1 e M2.

Il gruppo II comprende gli apparecchi destinati all'utilizzo nelle restanti aree potenzialmente pericolose di superficie, a causa della presenza di un'atmosfera con gas o polveri a rischio di esplosione. In base all'insorgenza di un'atmosfera pericolosa a rischio di esplosione, il gruppo di apparecchi II viene suddiviso nelle categorie 1, 2 e 3 e contrassegnato conformemente al tipo di atmosfera pericolosa esistente con G (gas) o D (polvere).

Inoltre, gli apparecchi elettrici del gruppo II (gas) vengono ulteriormente suddivisi nei gruppi IIA (propano), IIB (etilene) e IIC (idrogeno).

Suddivisione in base alla norma IEC 60079-0

Dal 2007, la norma internazionale IEC 60079-0 ha suddiviso il gruppo II nei seguenti tre sottogruppi di apparecchi:

  • Gruppo I:   Apparecchi per miniere a rischio di presenza di grisù
  • Gruppo II:  Apparecchi per tutte le aree a rischio di esplosione di gas, diversi dalle miniere a rischio di presenza di grisù
  • Gruppo III: Apparecchi per le aree a rischio di esplosione di polveri ad eccezione delle miniere

Gli apparecchi del gruppo III sono progettati per l'impiego in atmosfere a rischio di esplosione di polveri. Gli apparecchi elettrici del gruppo III vengono suddivisi in funzione del tipo di polvere nel gruppo IIIA (fibre combustibili), IIIB (polveri non conduttive) e IIIC (polveri conduttive).

Suddivisione del gruppo II secondo l'IEC

GruppoGas tipicoInterstizio sperimentale massimo
di sicurezza (MESG) in mm
Concentrazione minima inibitoria* (MIC)
IIAPropano> 0.9> 0.8
IIBEtilene0.5 … 0.90.45 ... 0.8
IICIdrogeno< 0.5< 0.45
* Confronto corrente di innesco minima riferita al metano

Criticità del fattore temperatura

La temperatura di innesco di un'atmosfera a rischio di esplosione di gas o di nuvola di polvere è la temperatura più bassa di una superficie riscaldata in cui, a condizioni stabilite, si verifica l'innesco di sostanze combustibili in forma di gas, vapore o polvere miscelati all'aria.

Pertanto, la temperatura di innesco di gas, vapori o polveri è un criterio fondamentale per la scelta degli apparecchi da impiegare in aree esposte a rischio di esplosione.

Gas esplosivi

I gas e i valori combustibili vengono suddivisi in classi di temperature in base alla loro infiammabilità. La massima temperatura superficiale di un componente elettrico deve sempre essere inferiore alla temperatura di innesco della miscela di aria e gas o vapore, in cui viene utilizzato l'apparecchio. I componenti elettrici, che corrispondono a una classe di temperatura migliore (ad es. T5), sono chiaramente ammessi anche per le applicazioni in cui è richiesta una classe di temperatura più attenuata (ad es. T2 o T3). Nota: In America del Nord viene applicato un sistema che prevede un'ulteriore suddivisione in sottoclassi di temperatura.

Classi di temperature

Temperatura di innesco
dei gas e vapori in °C
Classe di temperaturaMassima temperatura superficiale sul componente elettrico in °C
> 450T1450
> 300 bis 450T2300
> 200 bis 300T3200
> 135 bis 200T4135
> 100 bis 135T5100
> 85 bis 100T685

Panoramica dei parametri di alcuni gas

Denominazione della sostanzaTemperatura di innesco °CClasse di temperaturaGruppo di esplosione
1,2-dicloroetano440T2IIA
Acetaldeide155T4IIA
Acetone535T1IIA
Acetilene305T2IIC3
Ammoniaca630T1IIA
Benzineda 220 a 300T3IIA
Benzene (puro)555T1IIA
Cicloesanone430T2IIA
Diesel220T3IIA
Acido acetico485T1IIA
Anidride acetica330T2IIA
Etano515T1IIA
Acetato di etile470T1IIA
Etanolo400T2IIB
Cloroetano510T1IIA
Etilene440T2IIB
Ossido di etilene435 (decomposizione)T2IIB
Etere dietilico175T4IIB
Glicole etilenico235T3IIB
Olio combustibile EL, L, M, Sda 220 a 300T3IIA
Acetato di isoamile380T2IIA
Ossido di carbonio605T1IIA
Metano595T1IIA
Metanolo440T2IIA
Clorometano625T1IIA
Naftalina540T1IIA
N-butano365T2IIA
Alcol n-butilico325T2IIB
N-esano230T3IIA
Alcol n-propilico385T2IIB*
Fenolo595T1IIA
Propano470T1IIA
Solfuro di carbonio95T6IIC1
Acido solfidrico270T3IIB
Toluene535T1IIA
Idrogeno560T1IIC2
* Per questa sostanza non è ancora stato definito il gruppo di esplosione.
1 Anche gruppo di esplosione IIB + CS2. 2 Anche gruppo di esplosione IIB + H2. 3 Anche gruppo di esplosione IIB + C2 H2.

Polveri combustibili

Per le polveri combustibili non viene eseguita alcuna suddivisione in classi di temperatura. La temperatura di innesco della nuvola di polvere deve essere messa a confronto con la massima temperatura superficiale consentita per l'apparecchio. Tuttavia è possibile che sugli apparecchi si accumuli la polvere, pertanto occorre prendere in considerazione anche la temperatura di innesco dello strato di polvere (temperatura minima di innesco di uno strato di polvere di 5 mm). In entrambi i casi è necessario tenere conto dei fattori di sicurezza stabiliti. Con l'ispessirsi dello strato aumenta anche l'isolamento termico. Per cui si dovrebbe ridurre ulteriormente la massima temperatura superficiale consentita per l'apparecchio. A questo punto sarebbe opportuno prendere in esame ulteriori aspetti che vengono illustrati nella nostra brochure "Fondamenti della protezione antideflagrante".

Modi di protezione: evitare le esplosioni è il modo migliore per proteggere

In aree, in cui è possibile che si generi un'atmosfera esplosiva, devono essere utilizzati esclusivamente apparecchi dotati di protezione antideflagrante. Ai sensi delle prescrizioni generali relative alla costruzione, specificate nella serie di norme IEC 60079, gli apparecchi elettrici destinati alle aree esposte a rischio di esplosione possono essere fabbricati secondo diversi modi di protezione. I modi di protezione per gli apparecchi non elettrici sono riepilogati nella serie di norme ISO 80079, che in Europa subentra alla serie di norme EN 13463 ancora in vigore.

Il modo di protezione utilizzato dal produttore in un apparecchio dipende essenzialmente dal tipo e dalla funzione di quest'ultimo. Alcuni modi di protezione sono disponibili in diversi livelli. Tali livelli di protezione corrispondono alle categorie di apparecchi ai sensi della Direttiva ATEX 2014/34/UE e/o ai livelli di di protezione degli apparecchi EPL in conformità allo standard IEC 60079-0. Dal punto di vista della sicurezza tecnica, tutti i modi di protezione standardizzati compresi in una categoria e/o un livello di protezione degli apparecchi devono essere considerati come equivalenti tra loro.

Le seguenti tabelle forniscono una panoramica dei modi di protezione standardizzati e descrivono il principio fondamentale, nonché le applicazioni tipiche. Con l'integrazione dei modi di protezione per aree soggette al rischio di esplosione di polveri specificate nella serie di norme IEC 60079 si è proceduto a semplificare anche i simboli dei modi di protezione.

Modi di protezione per apparecchi elettrici in aree a rischio di esplosione

Modo di protezione secondo
IEC, EN, ISA e UL
Principio fondamentaleApplicazione principale
Requisiti generali
IEC 60079-0
EN 60079-0
UL 60079-0
In questa norma vengono stabiliti i requisiti generali per gli apparecchi elettrici dotati di protezione antideflagrante. La norma riporta anche l'identificativo degli apparecchi. 
Custodia a prova di esplosione "d"
IEC 60079-1
EN 60079-1
UL 60079-1
I componenti potenzialmente in grado di innescare un'atmosfera a rischio di esplosione sono racchiusi in una custodia che, in caso di esplosione di una miscela al suo interno, resiste alla pressione generata e impedisce la propagazione dell'esplosione all'atmosfera circostante.Dispositivi di manovra e stazioni elettriche, dispositivi di comando e indicatori, pannelli di comando, motori, trasformatori, apparecchi riscaldanti, lampade
da = impiego in zona 0, 1, 2
db = impiego in zona 1, 2
dc = impiego in zona 2
Pressurizzazione "p"
IEC 60079-2
EN 60079-2
UL 60079-2
La formazione di un'atmosfera esplosiva all'interno di una custodia viene impedita dalla presenza di un gas inerte, che mantiene una pressione interna superiore a quella dell'atmosfera circostante e, se necessario, dall'alimentazione costante di tale gas inerte che di fatto diluisce la miscela combustibile.Cassette di derivazione e quadri di comando, apparecchi di analisi, motori grandi
pxb = impiego nella zona 1, 2 e/o zona 21, 22
pyb = impiego nella zona 1, 2 e/o zona 21, 22
pzc = impiego nella zona 2 e/o zona 22
Riempimento con polvere "q"
IEC 60079-5
EN 60079-5
UL 60079-5
Il componente elettrico viene riempito con apposita polvere a grana fine, in modo tale che, se durante il normale impiego previsto, si dovesse generare un arco elettrico nella custodia, tale arco elettrico non innescherebbe l'atmosfera esplosiva circostante. Sulla superficie della custodia non deve verificarsi un innesco causato da fiamme, né un innesco causato da temperature elevate.Sensori, alimentatori elettronici, trasmettitori
q = impiego in zona 1, 2
Immersione in olio "o"
IEC 60079-6
EN 60079-6
UL 60079-6
Componenti elettrici o parti di essi sono immersi in un liquido di protezione (ad es. olio) in modo tale che un’atmosfera esplosiva presente sopra la superficie o all’esterno della custodia non possa essere innescata.Trasformatori, resistenze di avviamento 
o = impiego in zona 1, 2
Sicurezza aumentata "e"
IEC 60079-7
EN 60079-7
UL 60079-7
In questo caso vengono prese ulteriori misure atte a evitare che, con un grado aumentato di sicurezza, sia possibile raggiungere temperature elevate non consentite e che all'interno o su parti esterne di componenti elettrici, normalmente non soggetti a tali eventi, si generino scintille e archi elettrici.Morsetti e scatole di raccordo, scatole di controllo per il montaggio di componenti Ex (protetti con un altro modo di protezione), motori con rotore a gabbia di scoiattolo, lampade
eb = impiego in zona 1, 2
ec = impiego in zona 2
Sicurezza intrinseca "i"
IEC 60079-11
EN 60079-11
UL 60079-11
I componenti elettrici utilizzati in aree a rischio di esplosione contengono esclusivamente circuiti elettrici a sicurezza intrinseca. Un circuito elettrico è a sicurezza intrinseca, quando nessuna scintilla e nessun effetto termico, che si verificano in presenza di specifiche condizioni di prova (comprendenti il funzionamento normale e determinate condizioni di errore), possono causare l'innesco di una determinata atmosfera esplosiva.Componenti per misurazione e regolazione, componenti per bus di campo, sensori, attuatori
ia = impiego in zona 0, 1, 2 e/o zona 20, 21, 22
ib = impiego in zona 1, 2 e/o zona 21, 22
ic = impiego in zona 2 e/o zona 22
[Ex ib] = componente elettrico associato – installazione in area sicura
Modo di protezione "n"
IEC 60079-15
EN 60079-15 
UL 60079-15
I componenti elettrici non sono in grado di innescare un'atmosfera esplosiva presente nell'ambiente circostante (durante il funzionamento normale e con determinate condizioni operative anomale).Tutti i componenti elettrici per la zona 2
nA = componenti elettrici non scintillanti
nC = dispositivi ed elementi costruttivi
nR = custodie a respirazione limitata
Sigillatura "m"
IEC 60079-18
EN 60079-18 
UL 60079-18
Le parti in grado di innescare un'atmosfera a rischio di esplosione vengono chiuse con resina, in modo tale che l’atmosfera esplosiva non possa essere innescata.ma = impiego in zona 0, 1, 2 e/o zona 20, 21, 22
mb = impiego in zona 1, 2 e/o zona 21, 22
mc = impiego in zona 2 e/o zona 22
IEC 60079-25
EN 60079-25
UL 60079-25
Valutazione della sicurezza intrinseca per i sistemi definiti (apparecchi e cavi).Sistemi a sicurezza intrinseca
Radiazione ottica "op" 
IEC 60079-28
EN 60079-28
UL 60079-28
Misure idonee evitano che una radiazione ottica inneschi un'atmosfera a rischio di esplosione.Conduttori in fibra ottica/Impiego in aree esposte a rischio di esplosione di gas
Esistono tre diversi metodi:
Ex op is = radiazione ottica a sicurezza intrinseca
Ex op pr = radiazione ottica protetta
Ex op sh = radiazione ottica con interblocco
Protezione tramite custodia "t" 
IEC 60079-31
EN 60079-31
UL 60079-31
La tenuta ermetica della custodia impedisce l'infiltrazione di polvere oppure ne limita la penetrazione a una quantità non pericolosa. Pertanto è possibile installare all'interno della custodia dei componenti elettrici infiammabili. La temperatura raggiunta sulla custodia non deve poter innescare l'atmosfera circostante.Dispositivi di manovra e stazioni elettriche, motori, scatole di comando, connessione e derivazione, lampade
ta = impiego in zona 20, 21, 22
tb = impiego in zona 21, 22
tc = impiego in zona 22

Modi di protezione per apparecchi non elettrici in aree a rischio di esplosione

Modo di protezione secondo ISO e/o ENPrincipio fondamentaleApplicazione principale
Requisiti generali
ISO 80079-36
(prima EN 13463-1)
In questa norma vengono stabiliti i requisiti generali per gli apparecchi non elettrici dotati di protezione antideflagrante. La norma riporta anche l'identificativo degli apparecchi. 
Sicurezza costruttiva "c"
ISO 80079-37
(prima EN 13463-6)
Nei tipi di apparecchi, che durante il funzionamento normale non contengono alcuna fonte d'innesco, vengono implementati comprovati principi tecnici, in modo tale da limitare notevolmente il rischio di errori meccanici che potrebbero portare al raggiungimento di temperature di infiammabilità e scintille.Giunti, pompe, comandi a ingranaggi, trasmissioni a catena, nastri trasportatori
Monitoraggio della fonte d'innesco "b"
ISO 80079-37
(prima EN 13463-6)
Nell'apparecchio vengono montati dei sensori, in modo tale che sia possibile rilevare il generarsi di condizioni pericolose e applicare contromisure in una fase precoce dell'anomalia e prima che le potenziali fonti d'innesco abbiano efficacia. Queste contromisure possono essere adottate automaticamente attraverso collegamenti diretti tra i sensori e il sistema antideflagrante oppure manualmente mediante l'invio di un'avvertenza al gestore dell'apparecchio.Pompe, nastri trasportatori
Immersione in liquido "k"
ISO 80079-37
(prima EN 13463-8)
Durch Eintauchen in eine Schutzflüssigkeit oder durch ständiges Benetzen
mit einem Flüssigkeitsfilm einer Schutzflüssigkeit werden Zündquellen
unwirksam gemacht.
Tauchpumpen, Getriebe

 

Druckfeste Kapselung „d“
IEC 60079-1
(früher EN 13463-3)
Le parti, che possono innescare un'atmosfera esplosiva, sono chiuse in una custodia. Se si verifica un'esplosione di una miscela esplosiva all'interno di tale custodia, quest'ultima è in grado si resistere alla pressione e impedisce che l'esplosione si propaghi all'atmosfera circostante.Freni, giunti
Pressurised enclosure “p”
IEC 60079-2
(formerly EN 60079-2)

 

La formazione di un'atmosfera esplosiva all'interno di una custodia viene impedita dalla presenza di un gas inerte, che mantiene una pressione interna superiore a quella dell'atmosfera circostante e, se necessario, un flusso costante di tale gas inerte  che di fatto diluisce la miscela combustibile.Pompe
Protezione tramite custodia „t“
IEC 60079-31
La tenuta ermetica della custodia impedisce l'infiltrazione di polvere oppure ne limita la penetrazione a una quantità non pericolosa. In questo modo è possibile installare componenti infiammabili nella custodia. La temperatura sulla scatola non deve poter innescare l'atmosfera circostante.Apparecchi ad uso esclusivo per aree a rischio di esplosione di polvere

Combinazione di modi di protezione

Se necessario, è possibile implementare anche combinazioni di diversi modi di protezione, così da ottenere una soluzione ottimale dal punto di vista della sicurezza tecnica, della funzionalità e del risparmio. In genere, i moderni apparecchi con protezione antideflagrante combinano più modi di protezione. L'applicazione di diversi modi di protezione in un apparecchio consente da un lato di realizzare costruzioni più piccole ed economiche, e dall'altro lato di rendere possibili tipi di costruzione che per l'utilizzatore siano più facili da adoperare e manutenere.

Le informazioni approfondite relative a modi di protezione, gruppi di apparecchi, fondamenti fisici e tecnici, disposizioni di legge e normative, nonché sull'installazione e sull'impiego di impianti in aree a rischio di esplosione sono state riepilogate con chiarezza nella brochure "Fondamenti della protezione antideflagrante".

Sapere cosa significano i simboli

Gli apparecchi prodotti per le aree a rischio di esplosione sono appositamente contrassegnati. A seconda dell'omologazione e dell'impiego specifico per paese, la marcatura necessita di determinate indicazioni.

A livello mondiale (IEC e ISO)

La marcatura per gli apparecchi elettrici è definita nello standard IEC 60079-0. Oltre al nome del produttore o del suo marchio, la designazione del tipo, il numero di serie e l'organismo di controllo con numero di certificazione è richiesta una particolare codifica che descriva l'apparecchio.

  • Simbolo Ex.
  • Simbolo di qualsiasi modo di protezione utilizzato (ad es. q) oppure il livello di protezione (ad es. ib).
  • Gruppo di apparecchi IIA, IIB o IIC per aree a rischio di esplosione di gas e gruppo di apparecchi IIIA, IIIB o IIIC per aree a rischio di esplosione di polveri.
  • Classe di temperatura per aree a rischio di esplosione di gas e temperatura superficiale massima in gradi Celsius per aree a rischio di esplosione di polveri.
  • Livello di protezione degli apparecchi (EPL: Equipment Protection Level).

La marcatura per gli apparecchi non elettrici viene stabilita nella norma ISO 80079-36. Rispecchia la marcatura degli apparecchi elettrici, ma al posto del livello e/o modo di protezione viene inserita una "h". Esempio: Ex h IIB T4 Gb.

Europa (ATEX)

In Europa, la marcatura degli apparecchi elettrici conforme alla norma IEC deve soddisfare ulteriori requisiti ai sensi della Direttiva ATEX 2014/34/UE e includere i seguenti dati:

  • indirizzo del produttore.
  • Marcatura CE (eventualmente con numero di identificazione dell'ente nominato).
  • Simbolo e gruppo di apparecchi (ad es. II), così come la categoria 1, 2 o 3 la lettera G (gas) o D (polvere).

Nel frattempo, la marcatura degli apparecchi non elettrici è stata adattata maggiormente rispetti a quella degli apparecchi elettrici. In Europa è in vigore in materia la serie di norme EN ISO 80079. Unica eccezione: il simbolo del modo di protezione è sempre una "h".

America del Nord

In aggiunta ai dati consueti (produttore, tipo, numero di serie, dati elettrici), la marcatura del componente elettrico deve comprendere anche i dati concernenti la protezione antideflagrante. Le specifiche in materia sono definite da NEC per gli USA, da CEC per il Canada e nelle rispettive prescrizioni generali relative alla costruzione degli entri di collaudo.

Classificazione tradizionale delle aree a rischio di esplosione in America del Nord

Aree in cui concentrazioni pericolose di atmosfere con polvere a rischio di esplosione possono essere rilasciate in condizioni di errore.

Gas, vapori o nebbia
Classificazione classe I
Polveri
Classificazione classe II
Fibre grossolane e fini
Classificazione classe III
NEC 500
CEC J18
NEC 500
CEC J18
NEC 500
CEC J18
Divisione 1Divisione 1Divisione 1
Aree in cui possono verificarsi concentrazioni pericolose di gas o vapori infiammabili
  • con le normali condizioni operative.
  • spesso durante i lavori di riparazione e manutenzione.
  • in presenza di malfunzionamenti o con condizioni di errore; al contempo si generano guasti agli apparecchi elettrici che comportano una sorgente di accensione.
Aree in cui possono essere presenti concentrazioni pericolose di atmosfere di polveri a rischio di esplosione
  • con le normali condizioni operative.
  • in presenza di malfunzionamenti o con condizioni di errore; al contempo si generano guasti agli apparecchi elettrici che comportano una sorgente di accensione, nonché aree con una quantità pericolosa di polvere conduttiva (gruppo E).
Aree in cui vengono prodotte o lavorate fibre grossolane o fini combustibili.
Divisione 2Divisione 2Divisione 2
Aree in cui concentrazioni pericolose di gas o vapori infiammabili vengono trattenute in recipienti o sistemi chiusi e possono essere rilasciate solo in condizioni di guasto.Aree in cui si formano accumuli di fibre combustibili oppure quest'ultime vengono maneggiate diversamente da quanto previsto nel processo di lavorazione.Aree in cui vengono prodotte o lavorate fibre grossolane o fini combustibili.


Le informazioni approfondite sono riportate nella nostra brochure "Fondamenti della protezione antideflagrante".

Schemi generali della marcatura degli apparecchi elettrici e non elettrici